sabato 18 dicembre 2010

Chi è che si sottoscrive alle vostre newsletter e che cosa gli interessa ?

Un consumatore che si sottoscrive ad una vostra newsletter, è un individuo che chiaramente si aspetta di ricevere da voi notizie (per lui) rilevanti.

Cosa si aspetta ?

A meno che il vostro prodotto non sia proprio la notizia, ovvero a meno che non operiate nel campo dell'editoria, si aspetterà qualche informazione in merito alla vostra offerta: se siete un tour operator, probabilmente è in ascolto per ricevere offerte mirate, se operate nel settore della moda, probabilmente vuol tenersi aggiornato sulle novità della vostra produzione ...
Se invece siete un editore, vorrà ricevere da voi le informazioni che ritiene potranno interessarlo. Si tratta di cronaca locale, di sport, di politica, di scienze, di moda ...

Ma quanto può durare l'interesse di questa persona ? Se continuiamo a trattarlo come un consumatore appena iscritto, senza nenache provare a capire quali sono i suoi interessi e le sue propensioni, la probabilità che i vostri contenuti continuino a stimolarlo scemeranno nel tempo. Ciò significa che il consumatore inizierà pian piano ad ignorare i messaggi che gli manderemo, giudicandoli a priori poco interessanti, fino a scegliere la cancellazione dall'account o, ancora peggio, il dirottamento delle nostre comunicazioni nella sua "Junk Mail".

Ecco perchè occorre capire chi è l'individuo che interagisce con voi, e perchè occorre rispondergli in maniera conseguente, adottando dinamicamente i vostri contenuti a quelle che sono le sue peculiari preferenze, espresse mediante le modalità di fruizione dei vostri contenuti, ovvero mediante i propri comportamenti.

Per capire chi stà interagendo con noi, è tuttavia necessario creare i giusti contesti che permettano all'utente di esprimersi: questo significa anzitutto strutturare le comunicazioni attraverso una serie di rimandi ad approfondimenti sempre più mirati, in modo da capire dal percorso di esplorazione effettuato quali sono le informazioni ritenute maggiormente interessanti. Una volta capito, occorrerà modificare la propria comunicazione in maniera conseguente, inviando al singolo individuo i contenuti per lui più interessanti.

L'adozione di questa strategia da parte delle imprese è stata in gran parte ritardata dal peso in termini implementativi ed economici necessario alla realizzazione della infrastruttura conseguente, rapportato alla potenzialità attesa dei canali digitali.

Oggi questo rapporto è decisamente cambiato: da una parte esistono sistemi agili ed economici, quali ad esempio Selligent Interactive Marketing, che offrono una infrastruttura ottimizzata pronta per essere calata nei diversi contesti tecnologici, in grado di effettuare autonomamente l'analisi comportamentale del singolo utente, e di metterla a disposizione per modificare le proprie strategie di comunicazione attraverso pochi click, e dall'altra parte i consumatori sono sempre più propensi all'utilizzo dei canali digitali, grazie anche alla disponibilità di nuovi dispositivi mobili, e conseguentemente anche di sempre nuovi canali di comunicazione, con un ruolo crescente dei così detti social network.

Possiamo dunque pensare di continuare ad inviare ai consumatori messaggi che non tengono in considerazione le singole individualità ? Decidete voi !

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